Si tratta di inserire nelle unità espressive i vari tipi di dati (di movimento, auditivi, visivi, di colore, di forma e posizione, olfattivi, gustativi, tattili). Qui puoi visionare
Qui di seguito ci sono alcuni brevi testi scritti dagli alunni, riguardanti i vari tipi di dati
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Un bambino piccolo si sveglia
Sono le sei del mattino. Ilario, il mio fratellino, si
sveglia nel suo lettino caldo, ancora tutto assonnato. Rossana P. |
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Il nonno
E' sera; le stelle brillano nel cielo. Ivana |
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In campagna Come
sorgeva il sole ci svegliava il canto del gallo e il cinguettio degli
uccellini. Io
e mia cugina, dopo aver fatto colazione, salivamo in cima ad un albero di
fico per giocare e il fruscio del vento accarezzava i nostri capelli.
Dalle campagne vicine proveniva il rombo dei trattori e lo stridio degli
aratri che solcavano il terreno. All’ora della mungitura il nonno ci portava alla stalla di un suo amico per comprare il latte e in quel momento era una festa di rumori: le mucche muggivano, le pecore belavano in un prato vicino e un cavallo nitriva. Ivana – III el. |
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Piove Sono
in casa. Mi affaccio alla finestra con il vetro tutto appannato. Sento il
crepitio del fuoco del caminetto che mi riscalda, il tenue gorgoglio
dell’acqua che viene dalla cucina o forse dal bagno. Da fuori proviene
il fragore cupo dei tuoni e dei lampi che fanno luce, lo scroscio forte
dell’acqua che cade. Valerio – III el. |
Al cimitero Oggi,
2 novembre, è la Commemorazione dei Defunti. Con la mia famiglia sono
andata al cimitero. Nei viali c’è molta gente che cammina in silenzio,
infatti sento il fruscio del vento che fa muovere gli alberi, un cancello
che sbatte e il sussurro di gente che prega in silenzio. In
questo posto c’è molta tristezza: ecco il pianto di una donna. Il
silenzio è rotto dallo stridio delle ruote di una scala di ferro che una
signora avvicina per salire ai piani più alti, dallo scroscio
dell’acqua che scorre dal rubinetto e poi nel secchio celeste di un
anziano signore, dai passi e dal cigolio delle scarpe della gente. Ivana
– III el. |
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In camera Sono
le due del pomeriggio. Mi trovo nella mia camera, la tapparella e la porta
sono socchiuse. La debole luce della tapparella forma sull’armadio
strisce tratteggiate. Una lama di luce chiarissima filtra
dalla porta, va verso il soffitto e scende sul muro. Tutto
ad un tratto accendo la luce, apro la tapparella e la porta: ora tutto
scompare. C’è luce dappertutto. Ivana
– III el |
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Paesaggio In
lontananza le colline sono sovrastate da un velo leggero di nebbia. Gli
alberi e le cose si confondono nel grigio delle colline. All’orizzonte
si vede un chiarore rosso e raggi tenui di sole filtrano da un’apertura
delle nuvole. In alto ci sono pezzi di nuvole accecanti illuminate dal
sole nascosto dietro. Si vedono grandi nuvolosi scuri e, qua e là,
strisce di luce. Ad
un tratto la collina comincia a rischiararsi. Il sole spunta dalle nuvole
e ci investe di luce accecante. Illumina tutto: case, strade, i nostri
corpi, i nostri capelli. Rossana
– III el. |
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Il bosco Da
lontano il bosco sembrava ricoperto da una fitta zona d’ombra, ma i
raggi di luce attraversavano i rami degli alberi e le acque limpide del
ruscello brillavano di riflessi luminosi. L’ombra
degli alberi oscurava il terreno lasciandolo bagnato, strisce di luce
colpivano i sassi bianchi rendendoli brillanti. Le foglie rossastre degli
alberi davano al bosco un’atmosfera fiabesca. Francesca
– III el. |
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In cantina La
cantina era immersa in una penombra leggera; dalla porta socchiusa
penetrava nella stanza una lama di luce accecante. All’angolo della
parete del soffitto si vedevano delle ragnatele illuminate da una leggera
luce con un piccolo ragno che vi camminava sopra. Era dappertutto poggiata
una fitta polvere. Dei raggi di sole sbiaditi entravano da una finestra
con una tenda scura e sgualcita. Al buio, poggiati alla parete, si
intravedevano degli scatoloni colmi di cianfrusaglie. Francesca – III el. |
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Al mare
Sono sulla riva del mare. Tutto tace.
Tutto dorme. Le onde si infrangono piano piano. Miriam, III el. |
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Tramonto in campagna
Sono in campagna e guardo il tramonto. Miriam, III el. |
Utilizzando i dati di
colore, è stato realizzato il giornalino "Arcobaleno":
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I dati di posizione servono per descrivere gli ambienti: quando è possibile, è opportuno partire dall'osservazione diretta, per poi passare a elaborare un semplice schema, prima di scrivere il testo finale. | ||
Dalla foto | Alla struttura | Allo schema |
Al
testo
Il vecchio trullo Davanti a me c’è un prato di erba verde, si stende per un breve tratto, leggermente ondulato. Si sente un fruscio leggero che muove i rami. In primo piano vedo un bell’albero tutto fiorito, con tante foglie. Di là dal tronco, l'ombra dell'albero disegna per terra una figura dalle forme strane. Più in là c’è un vecchio trullo, alto, con tante pietre grigie. Le pietre sono vecchie e rugose, sono lì da tanto tempo. Il bianco dell'intonaco un po' scrostato è accecante nel sole. Sullo sfondo il cielo è come una fascia azzurra, con un sole splendente come un rubino.
Claudio, II el. |
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Il pollo Mentre
mamma cucina la stanza è invasa da odori intensi e aromi gradevoli.
Annusando meglio scopro che è il solito odore caratteristico del pollo
alle spezie che mamma prepara spesso perché mi piace molto. Il
primo odore che sento è il pollo soffritto nell’olio e nella cipolla,
esso emana un aroma forte ma gustoso, subito dopo l’odore precedente
cambia e si crea un misto di altri odori buoni ed aromatici: della salvia,
del rosmarino e del vino bianco. Il vino bianco versato sul pollo inebria
tutta la cucina dando un odore intenso e pungente. Il
pollo preparato da mamma è davvero sempre molto buono. Francesca
– III el |
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In una stalla In
estate spesso vado con nonno Michele in una masseria per comprare il
latte. Già da qualche chilometro prima inizio a sentire l’odore
penetrante e sgradevole del letame. Appena
arrivo alla masseria vengo invasa dall’odore caratteristico delle
mucche. Vincenzo non ha ancora finito di mungere, perciò vado a vedere
nella stalla: c’è puzza di chiuso. Il massaio sta mungendo le mucche
che tranquillamente mangiano il fieno dalle mangiatoie. Dopo
un po’ di tempo il mio naso non può più sopportare tutti questi odori
invadenti e sgradevoli, perciò esco. Infine la signora Teresa porta fuori due secchi colmi di latte e riempie le mie bottiglie, poi me ne offre un bicchiere. Che profumo! Dimentico tutti gli odori sgradevoli per sentire l’odore del latte fresco che sa di erba e di fieno. Ivana – III el. |
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Un piatto appetitoso: le melanzane ripiene In
estate la nonna prepara le melanzane ripiene che per me sono prelibate e
appetitose. Le
prepara a modo suo con il “forno di campagna” che consiste nel
poggiare un coperchio di metallo con i carboni ardenti sul tegame dove ci
sono le melanzane già pronte. Quando
le porta in tavola si sente un profumo penetrante, fanno già pensare che
saranno “superbuonissime”. Inizio ad assaggiare prima la parte
superiore, è croccante e sento il gusto agrodolce del pomodoro fresco e
genuino. Poi la parte interna, più saporita; sento il gusto piccante del
formaggio e quello amarognolo delle melanzane che, uniti alla cremosità
delle uova, le rende molto squisite. Alla fine mi resta la bocca pungente
e aspra, perciò ne approfitto per assaggiare un po’ del vino di nonno
Michele. Ivana
– III el. |
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Un piatto disgustoso: il pesce E’
venerdì. Mi sento male, perché ogni venerdì mia nonna mi cucina il
pesce ed oggi devo mangiare la spigola. Tornata
da scuola, mi siedo di malavoglia con la testa bassa, mangio il primo e
poi penso: -
Sono morta! Mangio
lentamente per ritardare l’arrivo del pesce, ma…niente, ecco la nonna
che arriva con il piatto della spigola. Metto
la forchetta nel pesce e pian piano la porto alla bocca; ha un sapore
sgradevole e mi viene quasi da vomitare; è molto molle, di colore bianco.
Scivola tra la lingua e il palato facendo sentire ancora di più il suo
gusto ripugnante; è cotto al forno con un po’ di peperoncino, è un
po’ piccante. Ne prendo un altro pezzo e mettendolo in bocca è tanto
sgradevole…che non riesco a sopportarlo: ad assaggiarlo bene noto anche
che è leggermente amarognolo! Vado
dalla nonna e dico di non volerlo perché mi disgusta molto. E’ stata
una vera fatica!! Claudia
– III el.
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Gioco con la
sabbia Mi
sedetti sulla sabbia, il vento soffiava leggermente e il mare era appena
mosso. Toccai la sabbia: era appena bagnata per via di un temporale,
fredda come il ghiaccio; ne presi un pugnetto e mi scivolò subito dalle
mani: era scivolosa e sottile, leggera come una piuma di gabbiano. Claudia
– III el. |
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Al buio in camera E’
notte. Sono nella mia camera e dormo tranquillamente. Sento la morbidezza
ed il calore del mio pigiamino sulla pelle; i miei capelli sono
scompigliati nel soffice e cedevole cuscino di piume. Tutto ad un tratto
mi sveglio per andare al bagno, cerco di accendere la luce. Mi alzo dal
letto; ho dimenticato di mettermi la pantofole e appoggio i piedi sul
pavimento: è molto freddo, duro, sembra una roccia. Cerco la pantofole
sotto il letto e finalmente le trovo. Poggio
la mano sul comodino e avverto la durezza del legno che però mi dà una
sensazione di calore. Ivana
– III el. |