Si tratta di inserire nelle unità espressive i vari tipi di dati (di movimento, auditivi, visivi, di colore, di forma e posizione, olfattivi, gustativi, tattili).

Qui puoi visionare

Qui di seguito ci sono alcuni brevi testi scritti dagli alunni, riguardanti i vari tipi di dati

dati di movimento
dati auditivi
dati visivi puri
dati di colore
dati di forma e posizione
dati olfattivi
dati gustativi
dati tattili

 

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Un bambino piccolo si sveglia

Sono le sei del mattino. Ilario, il mio fratellino, si sveglia nel suo lettino caldo, ancora tutto assonnato.
Vuole tornare a dormire: si strofina gli occhi con le sue piccole e morbide manine, si gira e rigira nel suo lettino.
E' capriccioso. Si acchiappa l'orecchio: è un modo di consolarsi.
Niente da fare, ricomincia a sgambettare e con i piedini si toglie le coperte.
Dopo un po' di tempo, finalmente, sbadiglia. Il suo corpo ora è immobile e tranquillo: si è riaddormentato.

Rossana P.

Il nonno

E' sera; le stelle brillano nel cielo.
Nella casa di periferia c'è nonno Gino che in questo momento si sta sedendo lentamente sulla sua poltrona a dondolo ed inizia a cantare una dolce canzone antica che parla di due bambini. Si dondola cautamente; poi prende la sua pipa dal comodino e comincia a fumare beatamente, mentre si copre con la calda e morbida mantellina con i fiori ricamati da nonna Marta.

Ivana

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In campagna

 

Come sorgeva il sole ci svegliava il canto del gallo e il cinguettio degli uccellini.

Io e mia cugina, dopo aver fatto colazione, salivamo in cima ad un albero di fico per giocare e il fruscio del vento accarezzava i nostri capelli. Dalle campagne vicine proveniva il rombo dei trattori e lo stridio degli aratri che solcavano il terreno.

All’ora della mungitura il nonno ci portava alla stalla di un suo amico per comprare il latte e in quel momento era una festa di rumori: le mucche muggivano, le pecore belavano in un prato vicino e un cavallo nitriva.

Ivana – III el.

Piove

Sono in casa. Mi affaccio alla finestra con il vetro tutto appannato. Sento il crepitio del fuoco del caminetto che mi riscalda, il tenue gorgoglio dell’acqua che viene dalla cucina o forse dal bagno. Da fuori proviene il fragore cupo dei tuoni e dei lampi che fanno luce, lo scroscio forte dell’acqua che cade.

Valerio – III el.

Al cimitero

 

Oggi, 2 novembre, è la Commemorazione dei Defunti. Con la mia famiglia sono andata al cimitero. Nei viali c’è molta gente che cammina in silenzio, infatti sento il fruscio del vento che fa muovere gli alberi, un cancello che sbatte e il sussurro di gente che prega in silenzio.

In questo posto c’è molta tristezza: ecco il pianto di una donna.

Il silenzio è rotto dallo stridio delle ruote di una scala di ferro che una signora avvicina per salire ai piani più alti, dallo scroscio dell’acqua che scorre dal rubinetto e poi nel secchio celeste di un anziano signore, dai passi e dal cigolio delle scarpe della gente.

Ivana – III  el.

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In camera

 

Sono le due del pomeriggio. Mi trovo nella mia camera, la tapparella e la porta sono socchiuse. La debole luce della tapparella forma sull’armadio strisce tratteggiate. Una lama di luce chiarissima filtra dalla porta, va verso il soffitto e scende sul muro.

Tutto ad un tratto accendo la luce, apro la tapparella e la porta: ora tutto scompare. C’è luce dappertutto.

Ivana – III el

Paesaggio

 

In lontananza le colline sono sovrastate da un velo leggero di nebbia. Gli alberi e le cose si confondono nel grigio delle colline.

All’orizzonte si vede un chiarore rosso e raggi tenui di sole filtrano da un’apertura delle nuvole. In alto ci sono pezzi di nuvole accecanti illuminate dal sole nascosto dietro. Si vedono grandi nuvolosi scuri e, qua e là, strisce di luce.

Ad un tratto la collina comincia a rischiararsi. Il sole spunta dalle nuvole e ci investe di luce accecante. Illumina tutto: case, strade, i nostri corpi, i nostri capelli.

Rossana – III el.

Il bosco

 

Da lontano il bosco sembrava ricoperto da una fitta zona d’ombra, ma i raggi di luce attraversavano i rami degli alberi e le acque limpide del ruscello brillavano di riflessi luminosi.

L’ombra degli alberi oscurava il terreno lasciandolo bagnato, strisce di luce colpivano i sassi bianchi rendendoli brillanti. Le foglie rossastre degli alberi davano al bosco un’atmosfera fiabesca.

Francesca – III el.

In cantina

La cantina era immersa in una penombra leggera; dalla porta socchiusa penetrava nella stanza una lama di luce accecante. All’angolo della parete del soffitto si vedevano delle ragnatele illuminate da una leggera luce con un piccolo ragno che vi camminava sopra. Era dappertutto poggiata una fitta polvere. Dei raggi di sole sbiaditi entravano da una finestra con una tenda scura e sgualcita. Al buio, poggiati alla parete, si intravedevano degli scatoloni colmi di cianfrusaglie.

Francesca – III el.

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Al mare

Sono sulla riva del mare. Tutto tace. Tutto dorme. Le onde si infrangono piano piano.
La sabbia sembra nera, morta.
Il rosso del cielo si riflette nel mare facendolo sembrare più chiaro. Il cielo, più in alto, sembra azzurro scuro. All'orizzonte è arancio forte, quasi rosso fuoco.
Il mare è almeno di due colori: più a riva blu chiaro, dietro è rosso con sfumature blu.
C'è un'immensa varietà di colori, ma per la maggior parte mi appare tutto rosso, tutto bellissimo.

Miriam, III el.

Tramonto in campagna

Sono in campagna e guardo il tramonto.
Il cielo rosso fa sembrare l'erba rossa. Sul pietriccio c'è un'ombra arancio.
Rosso vivo, rosso fuoco, rosso scarlatto. Tutto mi appare rosso.
Il terreno e gli alberi, invece, sono scuri,  come bruciati.
Dopo un po' il cielo comincia a diventare blu, rimane solo qualche sfumatura rosata.

Miriam, III el.

Utilizzando i dati di colore, è stato realizzato il giornalino "Arcobaleno":

 

     

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I dati di posizione servono per descrivere gli ambienti: quando è possibile, è opportuno partire dall'osservazione diretta, per poi passare a elaborare un semplice schema, prima di scrivere il testo finale.
Dalla foto

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Alla struttura

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Allo schema

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Al testo

Il vecchio trullo 

Davanti a me c’è un prato di erba verde, si stende per un breve tratto, leggermente ondulato. Si sente un fruscio leggero che muove i rami. In primo piano vedo un bell’albero tutto fiorito, con tante foglie. Di là dal tronco, l'ombra dell'albero disegna per terra una figura dalle forme strane.

Più in là c’è un vecchio trullo, alto, con tante pietre grigie. Le pietre sono vecchie e rugose, sono lì da tanto tempo. Il bianco dell'intonaco un po' scrostato è accecante nel sole.

Sullo sfondo il cielo è come una fascia azzurra, con un sole splendente come un rubino.

 

Claudio, II el.

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Il pollo

 

Mentre mamma cucina la stanza è invasa da odori intensi e aromi gradevoli. Annusando meglio scopro che è il solito odore caratteristico del pollo alle spezie che mamma prepara spesso perché mi piace molto.

Il primo odore che sento è il pollo soffritto nell’olio e nella cipolla, esso emana un aroma forte ma gustoso, subito dopo l’odore precedente cambia e si crea un misto di altri odori buoni ed aromatici: della salvia, del rosmarino e del vino bianco. Il vino bianco versato sul pollo inebria tutta la cucina dando un odore intenso e pungente.

Il pollo preparato da mamma è davvero sempre molto buono.

Francesca – III el

In una stalla

 

In estate spesso vado con nonno Michele in una masseria per comprare il latte. Già da qualche chilometro prima inizio a sentire l’odore penetrante e sgradevole del letame.

Appena arrivo alla masseria vengo invasa dall’odore caratteristico delle mucche. Vincenzo non ha ancora finito di mungere, perciò vado a vedere nella stalla: c’è puzza di chiuso. Il massaio sta mungendo le mucche che tranquillamente mangiano il fieno dalle mangiatoie.

Dopo un po’ di tempo il mio naso non può più sopportare tutti questi odori invadenti e sgradevoli, perciò esco.

Infine la signora Teresa porta fuori due secchi colmi di latte e riempie le mie bottiglie, poi me ne offre un bicchiere. Che profumo! Dimentico tutti gli odori sgradevoli per sentire l’odore del latte fresco che sa di erba e di fieno.

Ivana – III el.

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Un piatto appetitoso: le melanzane ripiene

 

In estate la nonna prepara le melanzane ripiene che per me sono prelibate e appetitose.

Le prepara a modo suo con il “forno di campagna” che consiste nel poggiare un coperchio di metallo con i carboni ardenti sul tegame dove ci sono le melanzane già pronte.

Quando le porta in tavola si sente un profumo penetrante, fanno già pensare che saranno “superbuonissime”. Inizio ad assaggiare prima la parte superiore, è croccante e sento il gusto agrodolce del pomodoro fresco e genuino. Poi la parte interna, più saporita; sento il gusto piccante del formaggio e quello amarognolo delle melanzane che, uniti alla cremosità delle uova, le rende molto squisite. Alla fine mi resta la bocca pungente e aspra, perciò ne approfitto per assaggiare un po’ del vino di nonno Michele.

Ivana – III el.

 

 

Un piatto disgustoso: il pesce

 

E’ venerdì. Mi sento male, perché ogni venerdì mia nonna mi cucina il pesce ed oggi devo mangiare la spigola.

Tornata da scuola, mi siedo di malavoglia con la testa bassa, mangio il primo e poi penso:

-         Sono morta!

Mangio lentamente per ritardare l’arrivo del pesce, ma…niente, ecco la nonna che arriva con il piatto della spigola.

Metto la forchetta nel pesce e pian piano la porto alla bocca; ha un sapore sgradevole e mi viene quasi da vomitare; è molto molle, di colore bianco. Scivola tra la lingua e il palato facendo sentire ancora di più il suo gusto ripugnante; è cotto al forno con un po’ di peperoncino, è un po’ piccante. Ne prendo un altro pezzo e mettendolo in bocca è tanto sgradevole…che non riesco a sopportarlo: ad assaggiarlo bene noto anche che è leggermente amarognolo!

Vado dalla nonna e dico di non volerlo perché mi disgusta molto. E’ stata una vera fatica!!

Claudia – III el.

 

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Gioco con la sabbia

Mi sedetti sulla sabbia, il vento soffiava leggermente e il mare era appena mosso. Toccai la sabbia: era appena bagnata per via di un temporale, fredda come il ghiaccio; ne presi un pugnetto e mi scivolò subito dalle mani: era scivolosa e sottile, leggera come una piuma di gabbiano.

Claudia – III el.

Al buio in camera

E’ notte. Sono nella mia camera e dormo tranquillamente. Sento la morbidezza ed il calore del mio pigiamino sulla pelle; i miei capelli sono scompigliati nel soffice e cedevole cuscino di piume. Tutto ad un tratto mi sveglio per andare al bagno, cerco di accendere la luce. Mi alzo dal letto; ho dimenticato di mettermi la pantofole e appoggio i piedi sul pavimento: è molto freddo, duro, sembra una roccia. Cerco la pantofole sotto il letto e finalmente le trovo.

Poggio la mano sul comodino e avverto la durezza del legno che però mi dà una sensazione di calore.

Ivana – III el.

 

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